Convenzione
Il 15 luglio 1997 il Gran Cancelliere della Facoltà Teologica di Sicilia, l’arcivescovo di Palermo, il card. Salvatore De Giorgi, firmava il Regolamento del “Centro per lo studio della storia e della cultura di Sicilia”. Tale atto è seguito dal testo della Convenzione tra l’Arciconfraternita S. Maria Odigitria dei Siciliani in Roma e la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “S. Giovanni Evangelista”, sottoscritto rispettivamente dall’arcivescovo mons. Antonio M. Travia, allora primicerio dell’Arciconfraternita, e da mons. prof. Cataldo Naro, preside della Facoltà Teologica.
L’iniziativa di questa istituzione è stata di S. Ecc. Mons. Travia che, come primicerio dell’Arciconfraternita S. Maria Odigitria dei Siciliani in Roma, auspicando una confraternita sempre più sollecita nel giovare efficacemente ai propri membri e alla società, ha pensato attraverso la fondazione del Centro di aprirla ulteriormente all’esterno, creando più contatti con il mondo della cultura e il sapere teologico.
Nella fondazione di questa istituzione il sen. gen. Umberto Cappuzzo, quale priore dell’Arciconfraternita, coglieva non solo un passaggio assai delicato per la storia e la vita della stessa Associazione che, per la sua natura laicale ed ecclesiale, è chiamata a dare delle risposte alle sfide della società contemporanea, ma anche il segno di una Arciconfraternita che non vuole chiudersi in se stessa nella ripetizione di formule che hanno fatto il loro tempo e che soprattutto non sempre hanno presa adeguata presso le giovani generazioni, ma si propone di proiettarsi all’esterno in questa società disincantata per contribuire a far rivivere – appunto attraverso il richiamo culturale – principi e valori, che affondano le loro radici nella comune fede religiosa ed hanno spiccata pregnanza sociale.
Il significato di questa iniziativa culturale viene pure puntualizzato dal preside della Facoltà Teologica, prof. mons. Cataldo Naro, anch’egli attivo protagonista nella realizzazione di tale progetto. Questi, presentando il primo volume della collana Storia e Cultura di Sicilia: La Legazia Apostolica. Chiesa, potere e società in Sicilia in età medievale e moderna, così scrisse:
L’intento è […] di coltivare lo studio del ricco patrimonio della storia e della cultura siciliana, con particolare attenzione alla tradizione cristiana dell’Isola ed anche di esplorare vie nuove per una migliore valorizzazione e, soprattutto, per una rinnovata fecondità di tale tradizione nel confronto con la magmatica realtà del nostro tempo. È un intento che, da un lato, risponde ad un’esigenza dei membri dell’Arciconfraternita e, più in generale, di quanti in Roma desiderano approfondire lo studio della storia e della cultura di Sicilia e, dall’altro, si incontra con l’esercizio di uno dei compiti primari di una Facoltà teologica regionale, qual è quella di Sicilia, cioè lo studio critico, alla luce del Vangelo, della cultura, della storia, dell’arte e della letteratura della propria terra, al fine di cogliervi i germi del Verbo ed evidenziarvi vie ancora oggi percorribili per l’annunzio evangelico e la promozione della vera dignità dell’uomo. La localizzazione del Centro in Roma favorirà, indubbiamente, la realizzazione dei suoi programmi. Roma conserva, infatti, archivi e biblioteche in cui larga è la disponibilità di fonti documentarie sulla storia della Sicilia e, in particolare, sui legami antichi e ininterrotti tra l’Isola e il centro della cattolicità. E, inoltre, permetterà di avvalersi di un continuativo rapporto di collaborazione e di confronto con le numerose e importanti istituzioni di studio e di ricerca che hanno sede in Roma [2].
[2] C. Naro, Presentazione a La Legazia Apostolica. Chiesa, potere e società in Sicilia in età medievale e moderna, a cura di S. Vacca, (Storia e Cultura di Sicilia, 1), Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma 2000, 5-6.