La devozione a Roma

Prospetto esterno della chiesa di S. Maria d'Itria in una fotografia degli anni '30

Prospetto esterno della chiesa di S. Maria d’Itria in una fotografia degli anni ’30

 Sta per concludersi il sec. XVI, per Roma turbinoso (basti pensare al “Sacco di Roma” del 1527 che ha decimato la popolazione) e, al tempo stesso esaltante, per le opere che, nel pieno fulgore del Rinascimento, arricchiscono la città eterna di splendide chiese e di monumentali palazzi (S. Pietro, Quirinale, Campidoglio, Palazzo Farnese) nell’armonia dell’assetto urbanistico voluto da Sisto V. La capitale del Cristianesimo si accinge a celebrare il Giubileo del 1600, pronta ad accogliere una eccezionale ondata di pellegrini che, secondo lo storico Pastor, raggiunsero il numero di 500.000 a fronte di circa 100.000 residenti.

I siciliani fuori dell’isola mantennero e coltivarono la caratteristica devozione alla loro Madonna d’Itria, così pure i siciliani residenti in Roma. Un gruppo di questi, la domenica 5 settembre 1593, riunitosi nella Chiesa di S. Leonardo, decideva di costituirsi in Arciconfraternita, in onore della Vergine d’Itria, impegnandosi a costruire una Chiesa a Lei dedicata per la vita religiosa e l’esercizio di carità dei confratelli con annesso ospizio per i pellegrini siciliani poveri.

Appunti storici dal 1594 al 1974